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Al suo posto esatto cera la luce

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Al suo posto esatto c’era la luce.
 
                                     La morte si vive, e come un sole 
                                  si porta nel più profondo di sé
                                  lo strazio immenso, che diamo alla luce,
                                  la stessa madre quando si apre 
                                  e perde il suo sangue meraviglioso.
 
L' osso fedele
                         è ancora la luce
della bambina con le giunchiglie
nella foresta, che adesso riposa. 
Tu veglia il suo corpo. - Ci vorrà molto bisso ? 
< Non occorre saperlo. Rimani in cammino.
Con la tua voce e la mano guarita
l’alba, che il canto diffonde, rischiara
ben oltre ogni sole.>
 
Sussurrerà nell'orecchio più debole
dove ci sta conducendo la danza?
Lo so che i bambini sanno i misteri,
che viene un angelo, prima di nascere,
che pone un dito sopra le bocche 
lasciando a ricordo di quella sillaba
un piccolo seme. Tra il naso e le labbra
sfioro il contorno, mi tocco, sprofondo,
ma quando saremo, dentro la runa?
 
< Spazzando con l'anima davanti alla porta 
del nostro amato, diverremo l'amante.
Una farfalla con l'anima anziana
sussurrerà nelle orecchie più giovani
dove ci sta conducendo la danza,
ogni punto di luce delle sue ali -
dirà che un tempo toccò lievemente
la fiamma, i suoi bordi, per poi gettarsi 
con tutto il corpo nel cuore profondo, 
in volute dorate, nella danza aurorale 
sui petali rossi e unirsi vermiglia 
per bere il calore dell'antica parola-
 
nell’identico istante dell’ultima foglia 
dell’ultimo albero al proprio posto
versando alla terra lacrime folli.
Saremo le spose di quel sorriso
dagli occhi immensi che dice: mi ami!
 
finché divenga una trina sottile 
che lascia passare tra i vuoti la luce, 
affidandoci un corpo, solo e leggero,
per il girotondo fra le giunchiglie 
dove i più piccoli danzano nudi
a mani aperte, aperte a grembo
 
permeabili al canto 
                           dell’uccello intravisto
sui triplici fiori del nostro lillà.
 
 

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 Ferdinando Giordano - 16/05/2018 11:27:00 [ leggi altri commenti di Ferdinando Giordano » ]

Il tuo verbo è composto: più e più volte. E’ umido da terra. Multiplo di sacro congenito e diffuso.
Quando si avverte l’umanità come recinto, non c’è altro modo che quest’Arte per valicare il confino imposto a vita.
E tu conosci la tensione del salto. E il suo sinonimo tormenta.
Grazie. Sempre.

 cristina bizzarri - 14/05/2018 15:43:00 [ leggi altri commenti di cristina bizzarri » ]

Leggere in coro il tuo canto orazione perpetua sentire sapere essere tutto sempre danza vortice dolcissimo straziante compassionevole canto orazione perpetua noi tutto non potere altro che canto

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